E se fossero i bambini ad aiutare gli adulti a trovare la soluzione definitiva capace di mettere una volta per tutte la parola “FINE” alla pandemia causata dal Covid-19?
Potrebbe sembrare un cartone animato futuristico, che si conclude con il classico “THE END” scritto a lettere cubitali prima dei titoli di coda, a rappresentare un lieto fine “da sogno” all’incubo del “virus con la corona” che tiene in scacco il mondo ormai da quasi un anno.
E invece è ciò che potrebbe succedere davvero se si trovasse presto una cura per il Covid-19 grazie alle ricerche scientifiche sullo sviluppo degli anticorpi monoclonali anti Sars-Cov2, condotte dal Prof. Rino Rappuoli, ricercatore microbiologo di fama mondiale, direttore scientifico di GSK Vaccines e coordinatore del MAD Lab di Toscana Life Sciences di Siena.
È infatti proprio a sostegno di queste ricerche che sarà devoluto il ricavato delle vendite del libro illustrato “Storia di Renato”, al quale hanno dato il proprio contributo, attraverso splendidi disegni e pensieri, tanti bambini di tutta Italia e di tutte le età.

Ma andiamo per gradi.
La nascita della “Storia di Renato”
La “Storia di Renato”, di Sara Poggiali e Francesco Signorini, è una fantastica storia fantasiosa scritta durante il lockdown di marzo 2020 da una mamma medico per rassicurare suo figlio di 8 anni e i suoi piccoli pazienti (e forse un po’ anche sé stessa), sconfiggendo insieme la paura del Covid-19 a colpi di scienza, fantasia e ottimismo.
Sara Poggiali è una dermatologa, specializzata in allergologia pediatrica, che vive e lavora come libera professionista a Poggibonsi (Siena). Durante le lunghe giornate di isolamento e didattica a distanza, ha ideato insieme a suo figlio Francesco la storia di un virus preistorico a RNA, di nome Renato (RNA RETROVIRALE INTEGRATO), appartenente alla famiglia dei Coronavirus, che, dopo esser stato “cattivissimo” ed aver seminato panico e terrore, viene infine sconfitto dai potenti globuli bianchi degli umani, diventando così utile anche nella lotta contro un altro “virussaccio con la corona”, quello del 2020.

Una storia che nasce quindi dal tentativo della dottoressa Sara di sentirsi meno "inerme" e rispondere alle domande del figlio che, dopo aver visto la sua vita cambiare da un giorno all’altro con la chiusura improvvisa della scuola, proprio non riusciva a capire come mai nemmeno la sua mamma, che di lavoro cura le persone, potesse sconfiggere il nuovo virus che stava sconvolgendo l’esistenza e le abitudini di tutti.
Il libro sul virus diventa “virale”, coinvolgendo e rendendo protagonisti grandi e piccini
Il libro si apre con una lettera introduttiva scritta da Francesco, che racconta:
Conoscere Renato mi ha aiutato ad avere meno paura di tutti i virus e ha stimolato la mia fantasia, così ho voluto presentarlo ai miei amici ed ai miei compagni di classe che, come le maestre, mi mancavano tantissimo. E così, le mie insegnanti che sono proprio brave e speciali, hanno fatto un video su YouTube e il virus preistorico, con la sua carica di ottimismo e positività, ha girato l’Italia incontrando tanti bambini, mamme, papà, altri insegnanti ed anche veri artisti e veri scienziati che hanno contribuito, con i loro lavori, a rendere la storia di Renato unica e meravigliosa.
E così, grazie al prezioso contributo tecnologico delle maestre di Francesco, della classe 2^B (oggi 3^B) della Scuola Vittorio Veneto di Poggibonsi, la storia del virus preistorico è diventata “virale”, raggiungendo tanti bambini, che hanno accolto l’invito ad impreziosirla con i loro disegni, e coinvolgendo artisti del calibro di Rosalba Parrini e Francesco Carone, pittori del Palio di Siena, professionisti come l’architetto Duccio Santini, il Prof. Elio Novembre, luminare dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze e autore della prefazione e, infine, la psicologa Giulia Lotti, autrice della postfazione.
Di seguito, un articolo del giornale “La Nazione di Siena” che illustra la “Storia di Renato”:

La “Storia di Renato” ci aiuta a comunicare in maniera chiara e sincera con i bambini
Il libro è arricchito da una sezione finale di domande poste dai bambini-artisti alla dottoressa Poggiali, che si è messa a loro disposizione sia tramite collegamento Zoom che tramite e-mail, riuscendo non solo a soddisfare, con semplicità e chiarezza, le loro curiosità, ma anche a sciogliere alcuni dubbi e paure comuni a grandi e piccini.
Una sezione davvero utile da leggere insieme, genitori e figli, per parlare anche di ciò che maggiormente ci spaventa dell’attuale pandemia.
La postfazione a cura della psicologa clinica Giulia Lotti, specializzata in Psicoterapia Integrata, evidenzia infatti l’importanza di una comunicazione chiara e sincera con i bambini, anche di fronte a domande difficili su tematiche complesse come quelle relative alla malattia, o alle motivazioni che stanno alla base delle misure restrittive da adottare per contenere i contagi.
Come scrive, infatti, la Dottoressa Lotti, nella sua riflessione psicologica conclusiva, ai bambini si deve sempre dimostrare:
rispetto per il loro essere “piccole persone” in grado di capire ciò che accade, se sappiamo parlare con schiettezza e sincerità.
La storia di Sara e di suo figlio Francesco mette i nostri piccoli lettori in condizione di comprendere cosa sta succedendo in questo particolare momento, attraverso un linguaggio vicino al loro mondo, dando, al tempo stesso, spazio per esprimere paure ma anche per far emergere risorse da quel pozzo prezioso e sempre ricco che è la loro fantasia.
I disegni dei bambini rappresentano una coraggiosa risposta, quasi un canto corale, a questi giorni strani e silenziosi.
L’arte è il modo in cui un bimbo può giocare con le proprie paure, è espressione e comunicazione di tutto ciò che non riesce a dire con le parole ma che abita comunque dentro di lui. [...]
Al disegno, i bambini hanno affidato certamente i timori, le mancanze ma anche il conforto, i desideri, le idee, i sogni e i propositi per il futuro, la loro voglia di combattere perché possa tornare presto la quotidianità.
E ognuno, in questo combattimento, ha messo ciò che ha e ciò che può.
Così, tra le pagine del libro, il virus Renato diventa una palla tra le mani di esperte pallavoliste, compaiono colorati super-eroi, spade da cavalieri, si tratteggiano feste dopo giorni duri negli ospedali, tornano verdi campi da calcio e, cosa ancora più preziosa, ricompare la speranza tra parole, pennarelli e pastelli colorati.




Un tripudio di luci colori, arcobaleni e fantasia
Il video di Renato ad aprile 2020 è arrivato anche nella Scuola Primaria frequentata da mio figlio Pietro di 9 anni, le cui maestre hanno aderito volentieri al progetto di Sara, invitando i bambini a lasciarsi ispirare dalla sua storia per disegnare e scrivere brevi riflessioni sul virus, o per inventare nuovi finali a sorpresa, che sono confluiti nella pubblicazione definitiva, contribuendo a renderla un vero e proprio tripudio di luci, colori, arcobaleni e fantasia!

Io, ad esempio, sono rimasta incantata dalla storiella inventata da Guglielmo, che ha immaginato tre gemellini virus pestiferi, di nome Ebola, Sars e Covid, che si divertono a scappare dalle grinfie della loro mamma, Madre Natura, mentre lei è impegnata a ricucire il buco dell’ozono e a raffreddare i ghiacciai del Polo Nord... fino a che un giorno il più terribile dei tre, Covid, comincia a fare davvero troppi danni, prendendo aerei, navi, treni e metrò per spingersi ad esplorare tutto il mondo... ma per fortuna, alla fine, Madre Natura riesce a riacciuffarlo e decide di metterlo in punizione per 200.000 anni!

Un libro utile e prezioso che aiuterà la ricerca scientifica contro il Covid-19
La “Storia di Renato” è quindi un libro per esorcizzare le paure, imparare qualcosa di più sul virus e sul funzionamento del nostro sistema immunitario, riflettere sull’importanza dello studio e della ricerca scientifica, ridere, commuoversi o lasciarsi ispirare e trasportare dalle opere di fantasia dei bambini, che durante i mesi di lockdown si sono spesso dimostrati più forti, più saggi e più responsabili di quanto potessimo immaginare.
Un libro prezioso, dunque, sia per i suoi contenuti, sia perché il suo acquisto ci permetterà di dare un contributo concreto alla ricerca scientifica coordinata dal Prof. Rappuoli nei laboratori di Toscana Life Sciences, eccellenza toscana impegnata con l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena e con l’Ospedale Spallanzani di Roma nello sviluppo degli anticorpi monoclonali anti Sars-Cov2.
Anticorpi monclonali: cosa sono, a cosa servono e in cosa differiscono dai vaccini
Senza entrare troppo nei dettagli medico-scientifici, possiamo dire che gli anticorpi sono delle sostanze naturali presenti nel sangue delle persone guarite dal virus: in pratica costituiscono le difese immunitarie responsabili della guarigione, sviluppate naturalmente dal corpo umano in risposta all’infezione virale.
Riproducendoli in laboratorio, si ottengono gli anticorpi “monoclonali” (derivanti da un solo clone cellulare selezionato), che possono essere usati con un duplice scopo, sia terapeutico che preventivo: iniettandoli nei pazienti che hanno contratto il virus, tali anticorpi possono funzionare come cura, mentre nei pazienti sani sono in grado di prevenire la malattia (come i vaccini che prevedono l’iniezione non di anticorpi, ma di sostanze capaci di indurne la produzione).
In particolare il nuovo vaccino per il Covid-19, essendo un vaccino a RNA, prima sfrutta l’apparato di sintesi proteica della cellula del paziente vaccinato, cioè i ribosomi, per sintetizzare proteine virali che inducono la produzione di anticorpi, poi dopo la trascrizione si degrada rapidamente, con notevole vantaggio quindi rispetto ad un vaccino con virus vivente attenuato, come ad esempio quello per il morbillo, che in alcuni, rari, casi può indurre un’infezione vaccinale (il famoso “morbillino da vaccino”).
A differenza dei vaccini, che inducono la risposta anticorpale nei soggetti sani, gli anticorpi monoclonali, derivando dal siero dei pazienti guariti, sono già formati e quindi servono sia per le persone sane come protezione più immediata (perché non si deve attendere la sintesi), sia per i pazienti già positivi come terapia (perché bloccano i danni indotti dal virus).
A causa dei loro differenti meccanismi di azione, tra vaccini ed anticorpi monoclonali c’è quindi un’importante differenza nelle tempistiche di efficacia e di copertura: il vaccino ha bisogno di due somministrazioni a distanza di circa tre settimane e poi dà copertura dopo 15 giorni, quindi servono 45 giorni per garantire ad una persona sana una protezione efficace, che poi continua a durare per anni.
Nel frattempo per gli infettati cosa si può fare? Ecco l’importanza degli anticorpi monoclonali che sono complementari al vaccino e che permettono di curare subito chi è già malato, garantendogli una copertura immunitaria immediata, che però dura sei mesi. Se vengono somministrati subito dopo la positività al tampone, questi anticorpi sono infatti in grado di far guarire i malati in due, tre giorni, evitando quindi i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva.
Il progetto di ricerca senese sugli anticorpi monoclonali
Il ricavato dalla vendita del libro “Storia di Renato”, come spiegato nella lettera introduttiva scritta dallo stesso Francesco Signorini, sarà devoluto a favore del progetto di ricerca MabCo19, sviluppato dal “Monoclonal Antibody Discovery (MAD) Lab” della fondazione Toscana Life Sciences (Tls) di Siena.

Il team di ricercatori della MAD Lab Tls, tutto italiano, è oggi formato da 17 persone che, coordinate dal Prof. Rino Rappuoli, stanno studiando lo sviluppo e la produzione di anticorpi monoclonali diretti contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2.
Gli anticorpi monoclonali ai quali sta lavorando il team di ricercatori della MAD Lab Tls sono stati selezionati dal sangue di pazienti convalescenti curati presso l’Istituto Spallanzani di Roma e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese: l’atto di generosità di chi è guarito, dopo la stipula dei protocolli e nel rispetto di normative e regolamenti, ha portato nei laboratori di Tls oltre 4.000 cellule B, dal cui processo di analisi, selezione e sperimentazione sono stati prodotti circa 450 anticorpi.
Un lavoro che il team del MAD Lab ha portato avanti senza sosta per arrivare, lo scorso luglio, a individuare prima i 3 anticorpi più promettenti e, dopo ulteriori indagini, alla scelta di un unico anticorpo monoclonale: il MAD0004J08, il più potente, che sarà testato nelle prove cliniche.
I risultati preliminari dei test in vivo realizzati sui criceti mostrano che gli anticorpi monoclonali selezionati agiscono come mezzo sia preventivo che terapeutico. La speranza è di arrivare al farmaco prima possibile e riuscire così a contribuire alla cura.
Purtroppo questi farmaci sono tutt’altro che a buon mercato, a causa della complessità dei loro processi di realizzazione. Ma grazie a tecniche moderne i laboratori senesi sono riusciti ad isolare anticorpi circa mille volte più potenti di quelli usati in genere, quindi se ne possono usare quantitativi mille volte inferiori, riducendo di conseguenza i costi. La produzione su scala industriale sarà fatta negli stabilimenti Menarini di Firenze.
Per capire meglio in cosa consistono le ricerche finalizzate a mettere a punto un farmaco a base di anticorpi monoclonali capaci di neutralizzare il virus, è possibile ascoltare questa intervista al Prof. Rappuoli condotta da Fabio Fazio durante la trasmissione “Che tempo che fa” andata in onda sulla RAI a fine ottobre 2020.
Il seguente articolo del 19 gennaio 2021 riporta la notizia della consegna al Prof. Rappuoli di un grande salvadanaio decorato dai bambini della scuola di Francesco, contenente il ricavato delle prime vendite del libro “Storia di Renato”, che nel suo primo mese di vita è letteralmente andato a ruba, costringendo l’editore Carlo Cambi ad una seconda immediata ristampa.

Ma la “Storia di Renato” non finisce qui...
La “Storia di Renato” avrà un seguito anche in futuro: infatti l’ultima pagina del libro è volutamente vuota per permettere ai bambini che acquisteranno il volume di arricchirlo ulteriormente con i loro disegni ed il loro finale della storia, dando sfogo alla loro fantasia. Gli elaborati potranno essere inviati per e-mail all’autrice e quelli più belli verranno premiati da una giuria di esperti presieduta dal Maestro Roberto Innocenti, illustratore di fama mondiale, già vincitore del premio Andersen internazionale per la letteratura per l’infanzia.
Un libro adatto anche ai bambini con dislessia
La Dottoressa Sara ha pensato proprio a tutto e a tutti e, come ultima “chicca” capace di rendere il suo bellissimo libro ancora più speciale, ha scelto di utilizzare per la stampa il carattere tipografico “Open Dyslexic” scaricabile gratuitamente e creato per bambini-ragazzi dislessici per migliorare la leggibilità dei testi, in conformità alla Legge n. 170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento scolastico”.
Patrocini e sostenitori
L’intera iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune di Poggibonsi e dell’Ordine dei Medici della Provincia di Siena ed è stata sostenuta e promossa dal Rotary Club Valdelsa, di cui fa parte l’autrice.
Dove comprare il libro
La “Storia di Renato” si può acquistare sul sito dell’editore Carlo Cambi oppure su Amazon.
È disponibile anche in numerose librerie e, nel caso in cui non fosse presente, sarà comunque ordinabile dal proprio libraio di fiducia, tramite i suoi consueti canali di distribuzione editoriale.
Informazioni sull’autrice
Per maggiori informazioni sulla Dottoressa Sara Poggiali e sulle tematiche inerenti al suo lavoro di dermatologa, vi segnalo il suo blog: www.saramammadermatologa.it.
Fonti
Intervista al Prof. Rappuoli ospite a “Che tempo che fa” – RaiPlay, 25 ottobre 2020:
Intervista al Prof. Rappuoli – L’Arena, 30 dicembre 2020:
https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/passa-da-verona-il-bazooka-contro-il-covid-19-1.8412343?refresh_ce
Intervista al Prof. Rappuoli – Il Messaggero, 14 gennaio 2021:
Consegna al Prof. Rappuoli del salvadanaio decorato dai bambini – Geonews, 15 gennaio 2021:
Libro citato:
Autori: Sara Poggiali e Francesco Signorini
Editore: Carlo Cambi Editori